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Android Hardware Telefonia

Come ricaricare la batteria dello smartphone in modo da allungarne la vita (e la carica)

Stamattina, dopo aver lasciato il mio smartphone nuovo in ricarica per tutta la notte, vedo che prevede di durare soltanto fino alle 21 di stasera (!), mentre quando lo ricarico un paio d’ore, togliendolo subito quando è al 100%, mi dura circa un giorno e mezzo.

Ho cercato allora in rete qualche informazione aggiornata su come far durare più a lungo la carica delle moderne batterie dei dispositivi come cellulari, tablet, lettori di ebook, ecc. Ho trovato allora, tra gli altri, un interessante articolo di Lifehacker (originariamente del 2012 ma aggiornato di recente) che dà alcuni suggerimenti molto chiari e ben documentati, orientati prima di tutto a prolungare la vita delle batterie, ma che già nell’immediato aiutano a farne durare di più la carica.

  1. Lasciar scaricare la batteria solo parzialmente
    È meglio non scaricare la batteria completamente, ma neppure riattaccarla quando è al 90%. Secondo Battery University l’ideale è ricaricarla quando è al 50%.
  2. Non lasciare il dispositivo in carica quando è già completamente carico
    Le batterie agli ioni di litio durano di più se non vengono ricaricate al 100%. Meglio se tra il 40 e l’80%. E quando sono cariche completamente è meglio staccarle dal caricatore, oppure usarne uno che interrompe la ricarica quando è al 100%.
  3. Scaricarlo completamente una volta al mese
    Questo viene raccomandato dai produttori di alcune batterie per migliorarne la stima di durata della carica dopo molte ricariche parziali.
  4. Tenere il dispositivo al fresco
    Il surriscaldamento infatti accorcia la vita non solo del processore ma anche della batteria, per cui potrebbe essere utile usare ad esempio un supporto per portatile ventilato.

Tutto questo ovviamente non esclude che si possa caricare o scaricare il dispositivo completamente in caso di necessità, né eviterà che la batteria si esaurisca comunque nel giro di qualche anno, ma dovrebbe consentirle di avere una vita un po’ più lunga.

Da Lifehacker.

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Open source Software

Come riavere l’icona di Dropbox in Ubuntu 14.04 (e 13.10)

A causa – pare – di un bug presente per la prima volta in Ubuntu 13.10, spesso capita che l’icona di Dropbox non compaia sul pannello superiore di Ubuntu, anche nella versione 14.04.

Per farla ricomparire è sufficiente installare il pacchetto libappindicator1, ad esempio con il semplice comando (da terminale):

sudo apt-get install libappindicator1

e chiudere e riaprire la propria sessione, oppure riavviare.

Via How To Solve: No Dropbox Icon In Ubuntu 13.10 & 14.04.

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Browsers Google Sicurezza

Come rimuovere account Google da Firefox

Chi ha più account Google può memorizzarne le impostazioni sul browser e passare velocemente da uno all’altro (qui e qui le istruzioni ufficiali di Google), eventualmente con l’aiuto di un gestore di password come il comodissimo Lastpass.

Se però, come è successo recententemente a me, si fatica in questo modo ad accedere al profilo desiderato, e il browser continua ad aprire sempre lo stesso – magari quello che non ci serve più e vogliamo rimuovere – è possibile risolvere semplicemente ripulendo la cache e i cookies del browser.

Ad esempio, su Firefox (nel mio caso la versione 25 – ma la sostanza non cambia per altre versioni o altri browser) i passi da eseguire sono questi:

  1. dal menù Strumenti (o dal pulsante Firefox) cliccare su Opzioni e poi su Privacy,
  2. cliccare su cancellare la cronologia recente, selezionare soltanto Cache e premere Cancella adesso
  3. cliccare su rimuovere i singoli cookie,
  4. nella casella Cerca digitare google.com e premere Rimuovi tutti i cookie,
  5. chiudere con Chiudi e OK.

A questo punto, aprendo una pagina di un qualunque servizio Google, come Gmail, verrà chiesto di nuovo di accedere, e si potranno inserire nuovamente le credenziali dei soli profili che si desidera utilizzare.

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Email Google

Scarica i tuoi messaggi Gmail e i dati del tuo calendario Google

Da oggi Google rende possibile scaricare tutti i propri messaggi Gmail e tutti i dati di Calendar per utilizzarli come si vuole:

Official Gmail Blog: Download a copy of your Gmail and Google Calendar data

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Linux Open source Software

Come aggiornare Linux Mint 14 Nadia alla versione 15 Olivia

linux-mint-poweredGli aggiornamenti di Linux Mint da una versione a quella successiva non sono automatici come ad esempio per Ubuntu. Mint infatti ha un approccio più cauto e conservativo verso gli upgrade, e i suoi manutentori criticano l’automatismo di Ubuntu, consigliando di eseguire, se proprio necessario, un fresh upgrade.

Se invece sapete quello che fate, e avete già messo al sicuro i vostri dati importanti, l’aggiornamento da Mint 14 Nadia alla release 15 Olivia può essere eseguito molto semplicemente (sempre, a meno di inconvenienti) con pochi comandi.

Innanzitutto bisogna sostituire nel file /etc/apt/sources.list, che contiene i riferimenti ai repository da utilizzare, i nomi dei vecchi con quelli dei nuovi. La cosa può essere fatta manualmente, aprendo il file con un editor di testo e sostituendo ogni occorrenza del nome “nadia” con “olivia”, e – dato che alcuni archivi sono in comune con Ubuntu – di “quantal” con “raring”, oppure automaticamente con questi due comandi:

sudo sed -i 's/nadia/olivia/' /etc/apt/sources.list
sudo sed -i 's/quantal/raring/' /etc/apt/sources.list

A questo punto si può fare un aggiornamento degli archivi ed eseguire l’aggiornamento:

sudo apt-get update && sudo apt-get dist-upgrade

e riavviare:

sudo reboot

Via Linuxg.net.

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Sicurezza Software Windows

Ripulire il PC dai trojan arrivati con false email vodafone.it

Nei giorni scorsi molti hanno ricevuto dei messaggi di posta elettronica da indirizzi del tipo 0347xxxxxx@vodafone.it, con oggetto simile a “messaggio Wed, 5 Jun 2013 05:30:30 +0800”, e contenenti solo un file .zip allegato, con un nome di questo genere: “image_927599531510.zip”.

Chi abbia avuto la brillante idea di aprire l’archivio e di eseguire il file contenuto, mascherato da immagine JPEG, ma in realtà un programma .exe eseguibile su Windows, ha installato sul suo PC un trojan che fa un po’ di danni. Si tratta di un malware identificato con nomi diversi dai vari produttori di antivirus (Trojan.Zbot, Troj/VB-GOU, PWS:Win32/Zbot, Trojan-Dropper.Win32.Demp.psw, Trojan.GenericKD.1030151, ecc.) che si installa nella directory “Dati applicazioni” nel profilo dell’utente, e si aggiunge al registro di configurazione per partire all’avvio del PC.

Quando entra in funzione, il trojan modifica le impostazioni di rete del PC e installa un proxy, in modo da deviare le connessioni di alcuni programmi a suo piacimento. In particolare, non funzioneranno più Internet Explorer, gli aggiornamenti di Microsoft Security Essentials, e altri.

Molti programmi antivirus e antispyware non lo rilevano ancora, mentre viene rimosso senza problemi e molto semplicemente dal Sophos Virus Removal Tool.

Per scaricare quest’ultimo, dal momento che Internet Explorer sul PC infetto non funzionerà, occorre utilizzare un browser alternativo, come Mozilla Firefox o Google Chrome, oppure – ovviamente – procurarselo da un altro computer e copiarlo su una memoria USB, un CD, ecc.

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Browsers Motori di ricerca

Come configurare la ricerca dalla barra degli indirizzi di Firefox

Da quando Firefox ha arricchito di funzionalità la barra degli indirizzi, trasformandola nella cosiddetta Awesome Bar (Barra degli indirizzi intelligente, in italiano), questa dovrebbe permettere di effettuare le ricerche direttamente, senza dover andare sulla casella di ricerca alla sua destra (Ctrl + K). Per qualche motivo, però – come sul mio PC, da un po’ di tempo – la cosa non funziona, e ogni tentativo di ricerca fatto da lì finisce in errore; oppure potremmo volerne cambiare le impostazioni, come ad esempio il motore di ricerca usato.

Niente paura: il comportamento di ricerca della barra può essere configurato molto semplicemente. Basta aprire la pagina di configurazione (come forse avete già letto altre volte su questo blog o da qualche altra parte), trovare la voce relativa, e inserirvi il valore desiderato.

  1. Aprire Firefox,
  2. nella barra degli indirizzi, digitare: about:config,
  3. all’avvertimento sulla possibilità di fare danni, cliccare su “Starò attento, lo prometto”,
  4. cercare la voce desiderata digitando keyword.url nella casella “Cerca”,
  5. fare doppio clic sulla riga del parametro keyword.url e sostituire quanto presente con
    1. http://www.google.com/search?ie=UTF-8&oe=UTF-8&q=
      se si vuole usare Google come motore di ricerca,
    2. http://duckduckgo.com/?t=lm&q=
      se si vuole usare Duck Duck GO,
    3. http://search.yahoo.com/yhs/search?p=
      per Yahoo, oppure
    4. http://www.bing.com/search?q=
      per Bing.
  6. Cliccare su OK per confermare e chiudere la scheda di configurazione.

A questo punto il gioco è fatto. Provare a digitare qualche termine di ricerca nella barra degli indirizzi (Ctrl + L) e Invio per cercare.

Per altre informazioni sulla Awesome Bar, vedi qui: Mozilla Support – Barra degli indirizzi intelligente. Per le ricerche, in particolare: Mozilla Support -Effettuare ricerche utilizzando la barra degli indirizzi

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Linux Musica Software

Come installare Spotify in Ubuntu 12.04 e 12.10

spotify2

Spotify è il più utilizzato servizio di musica in streaming al mondo, e da ieri è disponibilie anche in Italia.

Per fruire della musica di Spotify ci sono app ufficiali per dispositivi mobili, un player web ancora in beta, e applicazioni desktop per MacOS, Windows e Linux.

La versione per Linux è ancora in versione sperimentale (preview), e viene fornita al momento solo per Debian/Ubuntu, su cui può essere installata con i seguenti semplici passi:

Aprire, dalla Dash di Unity, Sorgenti Software, cliccare su Altro software, poi su Aggiungi… e inserire:

deb http://repository.spotify.com stable non-free

poi Aggiungi sorgente e Chiudi (in alternativa si può aggiungere la stessa riga nel file /etc/apt/sources.list).

Ora, da una finestra di terminale, aggiungere la chiave pubblica del repository:

sudo apt-key adv --keyserver keyserver.ubuntu.com --recv-keys 94558F59

Infine aggiornare il database dei repository e installare il client:

sudo apt-get update && sudo apt-get install spotify-client

A questo punto la nuova applicazione potrà essere lanciata dalla Dash di Unity come tutte le altre.

Su un altro paio di distribuzioni Linux ho verificato che funziona benissimo la versione per Windows del software installata in Wine.

Via OMG! Ubuntu!/Spotify.

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Linux Open source Software

Glances, un nuovo monitor di sistema per Linux

Glances è un nuovo software libero con interfaccia testuale, sviluppato in Python, per monitorare computer Linux e BSD.

Ricorda un po’ top e htop, ma – anche rispetto a quest’ultimo, il più completo dei due – ha parecchie cose in più. Ad esempio visualizza anche l’occupazione dei dischi, il loro throughput, il traffico di rete, e soprattutto evidenzia in colori diversi, a prima vista (come dice il nome stesso) le grandezze che superano soglie predeterminate.

Glances è disponibile nei repository di diverse distribuzioni, ma non ancora in quelli di Ubuntu o Mint, sui quali può essere comunque facilmente installato, ad esempio tramite il gestore di pacchetti Python PyPi. In questo caso i comandi da eseguire sono:

sudo apt-get update
sudo apt-get install python-pip build-essential python-dev
sudo pip install Glances

A questo punto, lanciando il comando glances, vedremo un output simile a questo:

glances

I colori, in scala, dal verde al rosso, evidenziano i valori che superano le soglie d’attenzione.

Alcuni tasti speciali poi permettono di dare alcuni comandi: col tasto A, ad esempio, i processi vengono ordinati automaticamente a seconda di quale è il parametro più critico (CPU, IO o memoria), con C vengono invece ordinati per utilizzo di CPU, con M per occupazione di memoria, ecc. L’elenco completo dei comandi compare premendo il tasto H.

Glances funziona anche in modalità client/server, lanciandolo con glances -s sulla macchina da monitorare, e con glances -c @server su quella nella quale vogliamo visualizzare i dati.

Il comportamento del programma è altamente configurabile tramite il file /etc/glances/glances.conf. Questo file però non sarà presente sul vostro sistema se avete installato tramite PyPi, e in tal caso potrete scaricarne un modello da https://gist.github.com/4647457.

Via Linuxaria.

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Sicurezza Software Windows

hey è la tua immagine del profilo nuovo? No, è un virus che arriva via Skype

Si sta diffondendo molto velocemente, da ieri negli USA e da oggi anche in Italia, un nuovo malware. Arriva tramite messaggi dai contatti di Skype che dicono

hey è la tua immagine del profilo nuovo? http://goo.gl/<omissis>?profile=username

o, in inglese,

lol is this your new profile pic? http://goo.gl/<omissis>?img=username

e inducono a cliccare su un link fraudolento che scarica e, sui PC Windows, installa un file (Skype_todaysdate.zip) contenente una variante del già conosciuto trojan Dorkbot, diffusosi tempo fa tramite Facebook. I software antivirus rilevano il worm come TROJ_DLOADER.IF, WORM_DORKBOT.IF o WORM_DORKBOT.DN.

Pare che il malware, una volta installatosi sul PC, possa trafugare credenziali di vari siti, quali Facebook, Twitter, Google, Paypal e altri, ma anche causare problemi alla connessione di rete, oltre che scatenare attacchi DDoS verso altri server.

Può anche essere che – come la vecchia versione di Dorkbot – ad un certo punto il worm disabiliti l’accesso dell’utente ai documenti salvati nel PC, chiedendo un riscatto di $200 entro 48 ore per “liberarli”.

L’attacco è stato segnalato già ieri in Italia da la Repubblica:

Skype, attenzione al nuovo virus “Dorkbot” chiede soldi per i vostri file – Repubblica.it.

Altre informazioni in via di aggiornamento si trovano sul sito di Trend Micro:

Trend Micro – Skype worm spreading fast

Come ripulire il PC

Al momento, dopo vari test con diversi programmi antimalware, pare che lo strumento più efficace sia la scansione con lo scanner online gratuito di Eset, disponibile a questo link:

http://www.eset.com/home/products/online-scanner/

Dopo aver eliminato le tracce del trojan è opportuno controllare le impostazioni della connessione di rete, dove potrebbe aver modificato gli indirizzi dei server DNS.