Novità per chi usa Gnome 3 (Gnome Shell): avevo scritto pochi giorni fa che le eventuali estensioni installate andavano aggiornate manualmente. È ora disponibile Gnome Shell Extensions Updater, che controlla ogni 5 giorni se ci sono degli aggiornamenti e consente di installarli con un unico clic.
Gnome Shell Extensions Updater è disponibile sul sito di Gnome Extensions, ma è installabile anche tramite GIT. In Ubuntu, ad esempio, occorre prima installare quest’ultimo, con il comando:
sudo apt-get install git-core
dopodiché si può installare il nuovo pacchetto con:
cd git clone git://github.com/eonpatapon/gnome-shell-extension-updater.git
cd gnome-shell-extension-updater
./install.sh
LibreOffice su Ubuntu ha per default il global menu disabilitato, quindi, al contrario delle altre applicazioni, le voci di menù compaiono nella vecchia barra del menù all’interno della finestra del programma (tra l’altro, nei miei menù, molte voci sono sostituite da tratti, quindi illeggibili). Inoltre in questo modo la nuova interfaccia HUD in questo modo non è disponibile.
Se si vuole abilitare il menù globale, per uniformarlo alle altre applicazioni, risparmiare un po’ di spazio sullo schermo e avere HUD , è sufficiente installare il pacchetto lo-menubar.
Per fare questo basta lanciare, da una finestra di terminale (Ctrl + Alt + T), il comando
sudo apt-get install lo-menubar
Se avete libreoffice aperto, chiudetelo e riapritelo, e… voilà, il gioco è fatto!
Tra i vari analizzatori di spazio su disco per Windows, SpaceSniffer mi sembra attualmente il migliore. È freeware, non occorre installarlo, gira su tutte le versioni di Windows dal 2000 in poi ed è abbastanza veloce.
La visualizzazione è del tipo a Treemap, un po’ come nel buon vecchio SpaceMonger. Come quello permette di zoomare su qualunque directory, ma offre anche la possibilità di filtrare per tipo di file o dimensioni, di esportare i risultati in file di testo, e varie altre opzioni.
Ancora poco convinti dell’innovativa interfaccia Unity di Ubuntu, o semplicemente curiosi di provare qualcosa di nuovo? È possibile installare con pochi semplici passi la nuova versione 3 di Gnome (l’interfaccia usata da Ubuntu fino alla versione 10.10), chiamata anche Gnome Shell.
Installare Gnome 3
Esiste in realtà una versione di Gnome sui repository ufficiali di Ubuntu, ma questa è abbastanza datata, quindi non include tutte le novità della più recente.
Per installare l’ultimo Gnome 3 è sufficiente copiare e incollare in una finestra di terminale i seguenti comandi:
A questo punto occorre riavviare il PC e scegliere, alla richiesta di login, cliccando sulla piccola icona di Ubuntu vicino al proprio nome, la voce “GNOME”.
La prima voce infatti seleziona la nuova interfaccia Gnome 3 completa di tutte le ultime innovazioni; le due voci GNOME Classic invece sono decisamente più simili al vecchio Gnome di Ubuntu pre-Unity.
Estensioni di Gnome 3
Per Gnome 3 sono disponibili le “Extensions”, una specie di plugin sviluppati da terze parti, che permettono di arricchire e personalizzare notevolmente l’interfaccia utente.
Le Extensions possono essere installate da extensions.gnome.org, semplicemente utlilizzando l’interruttore ON/OFF di fianco a ciascuna.
È poi possibile installare Gnome Tweak Tool, che offre un comodo strumento per gestire le estensioni e altri aspetti dell’interfaccia di Gnome 3. Gnome Tweak Tool è presente nei repository di Ubuntu, quindi per installarlo è sufficiente il comando
sudo apt-get install gnome-tweak-tool
dopodiché sarà presente, nelle applicazioni con il nome di “Impostazioni avanzate”.
Per partire con un set di alcune tra le estensioni più utilizzate le si può installare tutte in una volta con i seguenti comandi:
A questo punto le estensioni installate saranno gestibili tramite la pagina Installed extensions del sito web Gnome Extensions oppure dal tool “Impostazioni avanzate” appena installato.
Purtroppo al momento le estensioni non sono aggiornabili automaticamente, ma – in caso di incompatibilità con versioni future di Gnome 3, oppure di rilascio di nuove versioni – vanno disinstallate e reinstallate manualmente*.
Videoguide
Su alcuni aspetti interessanti di Gnome 3, come l’apertura dinamica di workspace multipli e la gestione di applicazioni e finestre, qui ci sono due video esplicativi.
Avendo Oracle rimosso la “Operating System Distributor License” dal suo Java (ex Sun), Canonical non avrà più il diritto di distribuirlo tramite i suoi repository e dovrà quindi rimuoverlo.
Questo avrà impatto solo sugli utilizzatori delle versioni 10.04, 10.10 e 11.04 di Ubuntu.
Gli utenti che hanno il pacchetto sun-java-6 installato sui propri sistemi lo vedranno rimuovere da uno dei prossimi aggiornamenti, in data ancora da destinarsi.
Chiunque abbia bisogno di questo software dovrà ricorrere ad una delle alternative open source, alcune delle quali già disponibili nell’Ubuntu Software Center, o installando manualmente uno dei pacchetti Java presenti sul sito di Oracle.
Questo coincide anche con alcune segnalazioni di problemi di sicurezza presenti nella versione di Java disponibile sui repository partner di Ubuntu, per cui la stessa Canonical sta già disabilitando via update i plugin Java Sun/Oracle su tutti i PC.
Il pacchetto Java di Sun/Oracle non è più disponibile nei ripository ufficiali di Ubuntu 11.10 Oneiric Ocelot perché Oracle ha tolto da Java la licenza JDL.
Ci sono quindi tre diverse possibilità:
Installare OpenJDK
sudo apt-get install openjdk-7-jre
Installare Java 6 di Oracle (ex-Sun) dal repository PPA LFFL
Eseguire il seguente comando per installare Java JDK di Oracle:
sudo update-java
Dopo l’esecuzione di questo script Java sarà aggiornato. La versione attuale può essere verificata con i comandi:
java -version
javac -version
A questo punto è possibile installare il nuovo plugin per i browser. La procedura seguente installa quello per Forefox, che però verrà utilizzato anche da Chrome, che cerca i plugin anche in ~/.mozilla/plugins
Installare JDK 6 di Oracle dai repository ufficiali (assicurarsi di aver abilitato i repository Partner in Ubuntu Software Center -> Sorgenti Software; oppure dal repository PPA LFFL):
e selezionare “java-6-sun-1.6.0.26” (o “java-6-sun”) per JDK di Oracle o “java-1.6.0-openjdk” per OpenJDK.
Nel caso fosse installato il JDK Oracle bisogna anche sostituire nuovamente il plugin dei browser:
Una delle cose che più mi mancavano del pannello di Gnome su quello di Unity del nuovo Ubuntu 11.04 Natty Narwhal era l’indicatore del carico di sistema (CPU, rete e memoria).
Ora è arrivato questo port, System Load Indicator, ancora in fase di sviluppo, e non ancora disponibile su repository, neppure PPA. Tenete d’occhio la sua pagina per i prossimi sviluppi.
AGGIORNAMENTO (01/06/2011): Attenzione, in molti casi questo programma causa un anomalo ed esagerato uso di memoria (memory leak) da parte del processo compiz. Sul mio PC dopo 6 ore compiz arrivava ad usare 2,3 GB (!) di memoria, riempiendo la RAM e lo swap, e rendendo il PC praticamente inutilizzabile. Dopo averlo disinstallato compiz rimane costantemente sotto i 320 MB. Per ulteriori informazioni, aggiornamenti e possibili soluzioni vedi qui: indicator-multiload causes a memory leak in compiz when run under unity.
I’ve upgraded to the daily build of Ubuntu 11.04 Natty Narwhal.
Installing Adobe Reader or other packages like Skype, Dropbox, TeamViewer, Google Chrome Google Talk Plugin or CrossOver after downloading the .deb files from the respective sites, since they are not provided by the official Ubuntu repositories, i get the error:
The package is of bad quality – The installation of a package which violates the quality standards isn’t allowed…
and the installation cannot complete.
Ubuntu Natty opens .deb files by default with software-center. This error is caused by the Lintian module used by software-center to check packages for consistency and other errors. The problem will probably be solved before the official 11.04 release at the end of April.
But it’s very easy to install the same packages in other ways, such as the “old” package managers dpkg or gdebi.
To install a .deb file with dpkg, from a terminal window, for example, use the command:
Quasi due ani dopo l’acquisizione di OpenOffice.org da parte di Oracle crescono il malcontento degli sviluppatori e la preoccupazione degli utenti e dei manutentori delle principali distribuzioni Linux che installano come suite di produttività questa che è la più diffusa tra quelle open source.
L’alternativa ad oggi più promettente è il fork di OpenOffice chiamato LibreOffice. Tanto che sia Ubuntu che Fedora e openSUSE hanno già deciso di passare a quest’ultima.
LibreOffice, che proprio in questi giorni è arrivato alla versione 3.3.0, è ancora ovviamente molto simile al suo fratellastro, ma già presenta alcune significative migliorie, tra le quali – ad esempio – l’importazione di documenti nei formati Microsoft Works, Lotus Word Pro e soprattutto PDF.
Chi volesse provare la nuova suite può farlo, sia su Linux, Mac OSX e Windows, scaricandola dal suo sito.
Per chi invece utilizza Ubuntu e la vuole installare invece tramite repository, godendo di tutti i vantaggi che questo offre – installazione di tutti gli altri pacchetti necessari (dipendenze) e aggiornamenti automatici in primis, può farlo grazie al metodo che indico qui sotto.
Attenzione perché 1) il repository utilizzato non è ancora ufficiale ma un PPA e 2) questa procedura rimuove automaticamente OpenOffice.
Aggiungere il repository PPA, con il comando: sudo add-apt-repository ppa:libreoffice/ppa
Aggiornare il database dei pacchetti: sudo apt-get update